Nudismo a San Francisco: Viener decreta lo stop


A San Francisco, nota città, almeno per quanto riguarda certi rioni, permissiva al massimo, la più liberale degli Usa, era concesso sino ad oggi circolare, in certi luoghi, ma spesso anche in piazze normali e nei mezzi pubblici, completamente nudi. Erano zone a prevalenza omosessuale (si ricorda che San Francisco è la città con la più alta concentrazione di omosessuali al mondo) in cui il nudismo attecchisce più facilmente. Sarà per una forma di esibizionismo o di voyeurismo, fatto sta che fra i gay uomini e donne il costume adamitico piace.
Ma non piace più al democratico Scott Viener, consigliere comunale della metropoli americana, che ha fatto approvare una proposta, anche se per soli 6 voti a 5, di proibire, da 5 anni in su, di esporre organi genitali nelle strade, nelle piazze, sui marciapiedi o sui mezzi di trasporto pubblico. Sarà consentito solo al Gay Pride di marzo. Il decreto è stato caldeggiato dai commercianti della zona stufi di uomini nudi sulla piazza di Castro, quartiere denso di gay. Non sto a dire qui se Viener ha fatto bene o ha fatto male. Una cosa è certa. A parte la questione igienica della cosa, con cazzi e culi merdosi nudi o fiche brodose a strusciare dove gli pare, il nudismo, se è fatto a contatto con la natura, ha un senso, ma fra la gente normale, gli scarichi delle auto e dei mezzi pubblici, il frastuono, non ne ha alcuno. E' un semplice atto di esibizionismo che può dar noia. Si esibiscono i genitali per vedere chi ce l'ha più belli o più grossi, e, come gay, sognare di toccarli o di sollazzarsi con essi con grande gusto. Si rischia di sfiorare la patologia. Ho avuto degli amici che scoprirono all'estero il "bello" del nudismo. Sarà un caso, ma tutti hanno abbracciato l'omosessualità. Non c'è niente di male, ma il fatto è a conferma che il nudismo sollecita soprattutto la curiosità dei finocchi. E allora viene il dubbio che sia una pratica razzista.

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